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A Dio piacendo

(29.04.1995)

Abbiamo abitato le case meno importanti

della città: la prima di ringhiera

in via Castaldi, poi perdurando la guerra

finimmo fra gli orticelli di via Spartaco,

presso il nuovo verziere.

 

Ci siamo sposati in un palazzone di piazza Gramsci

insieme a non so quante coppiette come noi:

dopo sei anni ci dicevamo ancora buongiorno e buonasera

sugli ascensori che non arrivavano mai,

sempre pieni di strilli e di bambini.

 

Alla fine siamo venuti a vivere

in questa casa minimadi fronte alla cascina Caccialepori,

scomparsa per lasciare spazio a un residence

con poco verde intorno.

 

Qui ci siamo scavati la nicchia, spicchio a spicchio:

hic manebimus optime, a Dio piacendo.

 

 

 

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