Alberto Martelli, poesie
Alla notte
(23.9.1990)
Canto il tuo volto, o notte, canto i tuoi occhi
stellati, il tuo respiro d’argento,
le tue lunghe chiome comete, l’abbraccio
morbido delle tue ali viola. Io voglio
posare il capo nel tuo grembo e udire
battere in cuore i destini del mondo,
sentire il tuo sottile profumo, il soffio leggero
della tua voce che chimere alimenta
antiche o nate appena. Entro il tuo seno
ricerco i suoni oscuri dell’immenso
silenzio che pervade le tue strade,
queste vie siderali ... Quando la nera
tua bocca sfiora le socchiuse palpebre
di nebulosi baci, il ritrovato
sentimento del tempo mi trascina
ai confini dell’essere, là ove s'espande
la primigenia forza, il desiderio,
l’incurabile fame d’infinito.
Le parole notte, notturno, ecc, le descrizioni della notte,
sono poeticissime, perché, la notte comprendendo gli oggetti,
l’animo non ne concepisce che una immagine vaga, indistinta
e incompleta, sì di essa che di quanto ella contiene.
G. Leopardi, Zibaldone III, 374, 3