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Arbeit macht frei

(24.1.2001)

per la Giornata della Memoria, 27.1.2001

 

Giorni e giorni di carro bestiame

da Fossoli fino a questo paese

(slovacco? tedesco? polacco?);

dove finisce il binario

li buttano fuori, li spingono

fino al cancello. C’è scritto:

"Arbeit macht frei",

il lavoro rende liberi.

 

Lì dentro vengono divisi:

gli uomini da una parte,

le donne e i bambini dall’altra,

ma i bambini subito scompaiono

chissà per quali asili; spariti

sembrano pure tutti gli anziani

di certo in più accoglienti ospizi:

il lavoro rende liberi.

 

Gli uomini e donne prescelti

perché ancora non troppo vecchi

sono spogliati di tutto;

nudi come vermi sono condotti alle docce,

poi un numero è loro marchiato

a vita sul braccio sinistro;

con abiti e brache di tela leggera

marciano fino alla foresta innevata:

il lavoro rende liberi.

 

Nella foresta spaccano pietre e speranze

che trascinano da un campo all'altro inutilmente,

la sera si mangia una brodaglia inconsistente,

così ci si ammala sempre più di frequente:

se si guarisce, si ritorna a lavorare.

se non si guarisce, si è portati via.

C'è una ciminiera, lontano dalle baracche,

con rosse ed acri fiammate nella notte;

se chiedete ai più anziani: che cos'è quel fuoco?,

quelli rispondono: Siamo noi che bruciamo.

 

"Der Tod macht frei ", la Morte rende liberi.

 

 

 

 

 

 

 

 

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