Alberto Martelli, poesie
Arbeit macht frei
(24.1.2001)
per la Giornata della Memoria, 27.1.2001
Giorni e giorni di carro bestiame
da Fossoli fino a questo paese
(slovacco? tedesco? polacco?);
dove finisce il binario
li buttano fuori, li spingono
fino al cancello. C’è scritto:
"Arbeit macht frei",
il lavoro rende liberi.
Lì dentro vengono divisi:
gli uomini da una parte,
le donne e i bambini dall’altra,
ma i bambini subito scompaiono
chissà per quali asili; spariti
sembrano pure tutti gli anziani
di certo in più accoglienti ospizi:
il lavoro rende liberi.
Gli uomini e donne prescelti
perché ancora non troppo vecchi
sono spogliati di tutto;
nudi come vermi sono condotti alle docce,
poi un numero è loro marchiato
a vita sul braccio sinistro;
con abiti e brache di tela leggera
marciano fino alla foresta innevata:
il lavoro rende liberi.
Nella foresta spaccano pietre e speranze
che trascinano da un campo all'altro inutilmente,
la sera si mangia una brodaglia inconsistente,
così ci si ammala sempre più di frequente:
se si guarisce, si ritorna a lavorare.
se non si guarisce, si è portati via.
C'è una ciminiera, lontano dalle baracche,
con rosse ed acri fiammate nella notte;
se chiedete ai più anziani: che cos'è quel fuoco?,
quelli rispondono: Siamo noi che bruciamo.
"Der Tod macht frei ", la Morte rende liberi.