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Alberto Martelli, poesie
Chiesa di Santa Croce
Quel cancello di ferro a Santa Croce
cigolava nel gioco della spinta,
finché sbatteva nei muretto basso
alla sinistra della scalinata.
Ma dall'interno chiama al pio lavoro
dei vasi sull’altare la perpetua:
vanno lavati e poi riempiti d’acqua
e di fiori di campo, umile dono
alle lignee portelle d’oro antico
e i personaggi della crocifissione
gotica,
un tesoro ignorato ancora al tempo
della mia fanciullezza quasi ingenua.
Dietro la chiesa dormono i morti
stretti l'un presso all'altro da secoli,
anche i nonni e i bisnonni che suonarono
l'organo vecchio ch’oggi più non sfiata.
Come cigola sempre quel cancello
su cui saltavo in corsa per il gioco,
come continua a correre la vita
e a infrangersi nel muro dell'ignoto.
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