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Chiesa di Santa Croce

Quel cancello di ferro a Santa Croce

cigolava nel gioco della spinta,

finché sbatteva nei muretto basso

alla sinistra della scalinata.

 

Ma dall'interno chiama al pio lavoro

dei vasi sull’altare la perpetua:

vanno lavati e poi riempiti d’acqua

e di fiori di campo, umile dono

alle lignee portelle d’oro antico

e i personaggi della crocifissione

gotica,

un tesoro ignorato ancora al tempo

della mia fanciullezza quasi ingenua.

 

Dietro la chiesa dormono i morti

stretti l'un presso all'altro da secoli,

anche i nonni e i bisnonni che suonarono

l'organo vecchio ch’oggi più non sfiata.

 

Come cigola sempre quel cancello

su cui saltavo in corsa per il gioco,

come continua a correre la vita

e a infrangersi nel muro dell'ignoto.

 

 

 

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