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aus „Sprichwortlich“

 

Züchtige den Hund,

den Wolf magst du peitschen;

Graue Haare sollst du nicht reizen.

* * *

Der Vogel ist froh in der Luft gemütet,

Wenn es da unten im Neste brütet.

* * *

Lief das Brot, wie die Hasen laufen,

Es kostete viel Schweiss, es zu kaufen.

* * *

Will Vogelfang dir nicht geraten;

So magst du deinen Schuhu braten.

* * *

Lass nur die Sorge sein,

Das gibt sich alles schon,

Und fallt der Himmel ein,

Kommt doch eine Lerche davon.

* * *

Wie wollten die Fischer sich nähren und retten,

Wenn die Frösche sämtlich Zähne hatten?

* * *

Wie Kirschen und Beeren behagen,

Musst du Kinder und Sperlinge fragen.

* * *

Dass sie die Kinder erziehen könnten,

Müssten die Mütter sein wie Enten:

Sie Schwämmen mit ihrer Brut in Ruh,

Da gehort aber freilich Wasser dazu.

 

 

Traduzioni da “Detti proverbiali” e da “Parabole” di J. W. GOETHE

da “Detti proverbiali”

 

Castiga il cane e, se ti va, frusta pure il lupo,

ma non stuzzicare chi ha i capelli bianchi.

* * *

L’uccello si sente nell’aria felice

se sotto, nel nido, si cova.

* * *

Se il pane corresse come corrono le lepri,

molto sudore costerebbe comprarlo.

* * *

L’uccellagione non t’ha soddisfatto?

tu puoi sempre il tuo gufo fare arrosto.

* * *

Finiscila di preoccuparti,

tutto si può sistemare;

anche cadesse il cielo,

si salverebbe almeno un’allodola.

* * *

Come potrebbero i pescatori cibarsi e sopravvivere

se tutte le rane avessero i denti?

* * *

Quanto piacciano bacche e ciliege,

devi chiederlo a passeri e bimbi.

* * *

Per poter allevare i propri figli

dovrebbero le madri le anatre imitare:

quelle nuotano calme, con dietro la nidiata,

naturalmente è necessaria l’acqua.

 

 

 

aus "Parabolisch": Kläffer

 Da “Parabole”: Il botolo

Wir reiten in die Kreuz‘ und Quer‘

Nach Freuden und Geschäften;

doch immer kläfft es hinterher

und bellt aus allen Kräften.

So will der Spitz aus unserm Stall

uns immerfort begleiten,

und seines Bellens lauter Schall

beweis‘t nur, dass wir reiten.

 

 

 

Noi andiamo cavalcando in ogni senso

per meta gioie e faccende,

e lui sempre ci guàiola alle spalle,

e ci abbaia con tutte le sue forze.

In tal modo il volpino la stalla

abbandona e vuol sempre seguirci,

ma il sonoro rumore del suo abbàio

dimostra solo che noi cavalchiamo.

 

(critica ad un critico malevolo - forse G. Merkel,

collaboratore di una rivista "Der Freimüthige",

ostile nei riguardi del Poeta.) n.d.t.

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