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Il fiume

26-28.4.1952

 

II grano è quasi come oro negli altipiani

e le foglie del tabacco sono come la terra

e le grandi pianure biancheggiano lungo il Fiume

 

Lavora negro: qui ci sono le canne

e qui le rape e le arachidi

e qui il mais pane quotidiano

e qui l'orzo e la segale

e il fieno umido nel sole

e il cotone

il verde oceano punteggiato di spuma

 

E il Fiume scorre

contro le mille pale

dirette al nord

portando sogni segreti

visioni di paradiso

 

Mormorio di onde immenso

infinito fluttuare sotto tersissimi deli

tra due pareti lontane

di pini e abeti

tronchi che vanno

laggiù verso il mare

irraggiungibile

 

Rossi gialli turchini

ondeggiano i lunghi corpi

curvi e sudati

dei negri

fiori viventi tra i campi

 

E cantano le canzoni del Fiume

poemi della natura

perché il Fiume li ha generati

e li riporterà domani

con sé via nell'ignoto

 

Sempre il Fiume reca i suoi eletti

tra le braccia leggere

lontano

verso paesi meravigliosi

ove la felicità

a tutti è concessa

 

Sempre il Fiume ti alita in viso

il suo perenne respiro

che ti fa vivere e soffrire

come il filtro amaro

di due bellissimi occhi

che ti guardino

senza sorriso

 

Sempre il Fiume ti parla

come un padre e una madre

racconta storie di secoli

che nessuno conosce

ma tu sì

negro

che l'ascolti chino nella notte

con un tremolio di pupille

affascinate

nell'acqua

 

Un tremolio di piacere

non di paura

che è il gran Fiume a parlare

tuo padre

il Mississippi.

 

 

 

 

 

 

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