Alberto Martelli, poesie
Il monte dell'estate
(20.6.1952)
Il monte dell'estate è sempre silenzioso
perché i morti lo sfiorano
quando partono per l'infinito.
E ci sono le stelle
che vi si specchiano tra le nubi
come le pratoline
nella pioggia della sera.
Questo è un ricordo di balze sassose
che salgono al cielo
ora che la notte è scesa sulle anime
il ricordo sa d'abbandono.
È una montagna nuda d'ombre e lucente
ma così dura
così disperata
che il vento vivo non l'accarezza
ma la divora.
Qui mi sono riveduto
un frammento dell'universo
e le mani hanno toccato il tramonto
come una creatura.
Il monte dell'estate
è per i miei simili
chi non ha sofferto non giunge
alla vetta
mai.
A chi conosce le tristezze
e intride sangue
col pianto
che non si vede
è familiare
e gli pare fatto un po' di se stesso.
Come la notte s'innalza
e si fa scuro
possiamo contare le anime
che appena lo sfiorano bianche
e le stelle che guardano
e il vento
tra i neri faggi sul limite
e la morte che vi sospira
tutto si può risentire
se tu non parli.
Il monte dell'estate è qui dentro
che non si muove
e come un nostro segreto
pesa sul cuore.
E in noi rimane profondo
finché duri il sogno
e il giorno torni con l'urlo delle sirene.