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Il monte dell'estate

(20.6.1952)

 

Il monte dell'estate è sempre silenzioso

perché i morti lo sfiorano

quando partono per l'infinito.

E ci sono le stelle

che vi si specchiano tra le nubi

come le pratoline

nella pioggia della sera.

Questo è un ricordo di balze sassose

che salgono al cielo

ora che la notte è scesa sulle anime

il ricordo sa d'abbandono.

È una montagna nuda d'ombre e lucente

ma così dura

così disperata

che il vento vivo non l'accarezza

ma la divora.

Qui mi sono riveduto

un frammento dell'universo

e le mani hanno toccato il tramonto

come una creatura.

Il monte dell'estate

è per i  miei simili

chi non ha sofferto non giunge

alla vetta

mai.

A chi conosce le tristezze

e intride sangue

col pianto

che non si vede

è familiare

e gli pare fatto un po' di se stesso.

Come la notte s'innalza

e si fa scuro

possiamo contare le anime

che appena lo sfiorano bianche

e le stelle che guardano

e il vento

tra i neri faggi sul limite

e la morte che vi sospira

tutto si può risentire

se tu non parli.

Il monte dell'estate è qui dentro

che non si muove

e come un nostro segreto

pesa sul cuore.

E in noi rimane profondo

finché duri il sogno

e il giorno torni con l'urlo delle sirene.

 

 

 

 

 

 

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