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Il vecchio cuciniere

Vivere la vita come andrebbe vissuta:

questa, forse, la tua felicità;

oggi m’è dolce il suono di campane

per l’amico Peter, tornato

di lontani paesi a questi monti

di Pusteria, a questi boschi di Riscone.

 

E tutto è così verde, anche il sagrato,

anche il sentiero dietro la parrocchiale;

solo la fossa nuova s'apre oscura

fra tanti fiori, e il prete vi getta parole

di cenere, e gli amici un pugno di terra,

subito fango sotto la pioggia estiva.

 

Hai viaggiato tant'anni, vecchio Peter,

hai preparato paellas, kartoffelnsalat,

les escargots à la bourguignonne, il curry a Marble Arch,

il tacchino a Minneapolis, la pachamanca ad Arequipa...

 

Hai girato il mondo per venire poi qui,

all’ ultima dimora, sotto la rossa

cipolla del campanile, che ora accompagna

i tonfi delle pale sul noce levigato,

i nostri requiem chiusi nel fondo della gola,

in questa sera umida d’addii.

 

 

 

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