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Non voglio cambiare paese,

non voglio cambiare città,

sono deciso a restare

in questa Milano odioamata.

 

In questa piccola casa

di quasi periferia,

con un cortile chiassoso,

un fico ed un nespolo ombroso,

l’ippocastano nel vaso,

um fontana raffreddata

sempre, di giorno e di notte,

e i magazzini che rotte

hanno le tegole al tetto.

 

Me l’hanno detto e più volte,

quando parlavo in lamento,

che questa casa pur minima

in fondo in fondo è un incanto,

ma non più che tanto:

però io ci vivo contento.

 

 

 

In fondo in fondo

(29.05.1995)

 

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