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In ricordo d’Ignazio

(22.08.1978)

Nella cantina già l’orologio fa notte,

Viola Berardo paga ancora il vino all’amico,

acceso ricorda il sudore laggiù tra le coppe senz’acqua,

del latifondo parla, del suo lavoro improbabile,

anche dei padri oppressi dal gelo di antiche vendette.

 

II forestiero vende macchine su nell’inferno di nebbia,

armi, odio, solitudine, vuoto, disperazione,

ha ceduto all’attimo arnbiguo, già spara nel nulla.

 

Ricattato meridione sparisci nelle gialle case,

uccelli ignoti fuggite rossi nella sera,

non sputate più figli nelle profonde fontane,

dimenticate i morti cavalcando zitti nella pioggia,

lavorate il pane chiuso della miseria,

amaro sole vi screpola le viole alla finestra.

 

 

 

 

 

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