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La fonduta a la borgognona

(2 marzo 1986)

Tutt’intorno alla tavola imbandita

Katia ed Enrico e noi quattro Martelli

siamo pronti a gustare la fonduta

con sette salse: chutney, piccalilly,

 

à la tartare, ai cetrioli, al pesto,

aglio e noci, l’America... oh dolcezza

il bocconcino fritto presto presto

dalla pentola estrarre con destrezza

 

ed immergerlo a fondo nel sughino

prescelto, e assaporarlo lentamente,

e berci sopra un fresco grignolino

che ti riscalda l’anima. La gente

 

che non conosce queste gioie pure

può non capir la voluttà dell’ore

trascorse attorno a un tavolo: le oscure

ombre del mondo, l’ansietà, il dolore

 

s’attenuano man mano che s’avanza

la notte e scema il vino nei bicchieri,

le fiamme di candela fanno danza

negli occhi al tuo vicino. E sono veri

 

il sorriso di Gerda e la carezza

nella voce di Katia, mentre ancora

si riempie il bicchiere e la bellezza

del momento che fugge ci innamora.

 

 

 

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