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La stanza vuota

(1.06.1995)

È questa la stanza vuota

ove dormirono da piccole

le figlie oggi lontane.

La stanza ora chiamata da lavoro

e dove proprio più non mi ritrovo,

non riesco a dipingere, non scrivo

a quel tavolo rosso, non mi siedo

su quelle sedie un poco spagliate.

La stanza dove ogni ricordo è vivo

come se fosse ieri:

i libri hanno l'impronta delle dita

sporche d’inchiostro e smuovono un’antica

polvere i ninnoli sparsi sulle mensole.

E pare quasi di riudire il suono

delle giovani voci,

e un fremito mi sfiora di presenze

non cancellate ancora. Questa stanza

vuota e pur tanto piena di memorie

sottili e di speranza.

 

 

 

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