Alberto Martelli, poesie
Lacco Ameno
La gente qui è buona. Vi son tante chiese
bianche e rosa che sembrano appena fatte da un mese,
ma gli interni legnosi del tardo seicento
sono pieni di crepe, pur fra gli ori e l’argento.
Qui la gente ti assedia: sei la sola ricchezza
se tu compri e consumi, e ti godi la brezza
serotina seduto in un bar di via Roma,
qui la gente ti spreme e ti par tanto buona.
Sulla piazza Rosario una bimbetta sola,
sotto braccio un cestino, sembra che vada a scuola,
poi ti strizza l’occhietto, dentro c’è una sorpresa:
un micio acciambellato che forse ha mezzo mese.
E se tu le domandi quanti giorni ha il gattino,
Irma risponde seria: "Du' anne cchiù un pochino".
Passa una donna a lavare i panni alla fontana
e dietro le sgambettano sei figlie in fila indiana,
ognuna col secchiello pieno dei suoi straccetti,
fanno anch’esse il bucato, cacciando alti urletti.
Che frescura di spruzzi e di strilli infantili
nella piazza assolata… s’unisce il campanile
moresco di Santa Maria delle Grazie al porto
con pacati rintocchi: forse suonano a morto
per un vecchio ischitano, marinaio di ieri,
quando vita era il pesce e non solo stranieri.