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L’acqua viva

9.4.1953

 

Ho voluto cercare un'acqua più chiara della luce,

più profonda che l'antica saggezza,

più viva di questo mattino d'aprile:

quanto ho viaggiato, amore, senza incontrarti.

 

Ho visto cadere le stelle di mille e una notte,

ho sentito trascorrere i venti arsi nel sud,

ho vissuto in rifugi di ghiaccio e neve del settentrione.

 

Primavere mediterranee, tra il lussuriare dei fiori,

estati nordiche, in trasparenti cristalli di cielo,

autunni lenti e piovosi come rosarii,

inverni che si imbiancavano negli specchi

dei grandi alberghi, sull'Alpe.

 

Anni e anni perduti, un attimo di vita

neppure vissuto, sempre cercando qualcosa…

 

Poi sei venuta tu, in una sera piena di tristezza,

e mi hai guardato, appena nata dal tempo, così dolcemente

che scorsi nei tuoi occhi vivi il riflesso vivo dell'acqua.

 

Tu avevi il mio tesoro sospirato,

l'acqua limpida che sgorga al raggio della luna,

che è più profonda dei silenzi stellari,

più fresca di questa terra di pianura.

 

Tu soltanto possiedi l'acqua viva,

quanto ho sofferto, amore, per saperlo,

ma tu neppure una goccia m'hai donata,

ed oggi piango le angosce nuove e le antiche.

 

 

 

 

 

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