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L’astronomo

(23.10.1991)

Via dalla pazza folla

che vive d’abbaglianti

lungo le strade o, nelle case, è immersa

nell’azzurra penombra degli schermi,

io son qui in alto, chiuso in una specola

ad ammirare il cielo.

 

Guardo i pianeti e l’altre

più rilucenti sfere

sorger da l’infinito a questi vetri,

come gioielli tolti da un oscuro

e vellutato scrigno e attorno sparsi.

 

E non mi tocca il disputar del mondo,

né la fame, né l’aria

umidosa e glacial della mia torre

quando, come ogni notte,

nei pascoli del cielo

guido mandrie di stelle.

 

 

 

 

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