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L’ipotenusa

(17.1.1990)

 

Ti dirò quelle cose che della notte

Mi fanno giorno, senza gli inquieti sogni

che scontano l’attesa dell'aurora.

 

Le cose senza senso, all’apparenza,

le cose messe in fila dalla mente

sopra un muro che gira torno torno

a un enorme triangolo di luce

con dei margini d'ombra su la cima.

 

Ai tre angoli stanno le chimere

antiche e nuove: vita, amore e morte;

contemplano i pensieri appesi al muro

che girano sui lati lentamente

cancellando ogni cosa, mentre scorre

inesorabilmente al suo destino,

già segnato agli spigoli, il presente.

 

L'ipotenusa resta la più breve

rotta verso l'approdo della morte,

strada verso il tramonto dell’amore,

corsa verso il naufragio della vita.

 

 

 

 

 

 

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