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Montenapoleone

(11.03.1953)

Ore quattro della mattina, nell’estate,

ecco Montenapoleone come mi piace.

I negozi sono chiusi, le saracinesche abbassate,

le vetrine dietro le griglie dormono in pace.

 

Solo i gessi di Ferrario guardano sonnolenti

All’aperto, in un cortile antico,

i gioiellieri tutti hanno chiuso i battenti,

non me ne importa un fico.

 

Sono solo a strisciare le suole sul marciapiede

e sputo come mi pare, sui muri, ghignando;

non ci sono tulipani in giro, nessuno mi vede,

io spero ci striscino contro, più tardi, passando.

 

Calze di lusso, mode, tappeti orientali:

Nylonstile, Dell’Antonia, Buchara,

nessuno a dire "Carino!" con voce nasale,

o "Quella gonna scozzese non sembra un po’ cara?".

 

A quest’ora è una strada del mio paese.

C’è un cane randagio attorno al semaforo spento.

Un tizio dorme ubriaco, le gambe protese,

di fronte a Bruno Rovati Tessuti per Arredamento.

 

Davanti a Cantoni Profumi più rivoli d’acqua sospetta,

io mangio pane e salame, e canto a bocca piena,

sputando ogni tanto la pelle "E la violetta

la va... la va ... la va..." e mi gratto la schiena.

 

Passa un cretino nato, su una bicicletta scassata,

dice "È vero che qui si vendono topi morti?"

"Alle quattro del mattino, amico, non si vende neppure una donna affamata"

quello sparisce piangendo, che il diavolo se Io porti.

 

Perche qui non vendono topi, soltanto leopardi o visoni,

però a mezzogiorno, quando il sole s’intosta,

ora dormono tutti, sopra sacchi di milioni e milioni,

Pozzi, Pellegrini, Melegari and Costa.

 

Ora posso orinare su San Francisco, sono appena passate

due suore in fretta per via Manzoni, tutto tace.

Ore quattro della mattina, nell’estate,

ecco Montenapoleone come mi piace.

 

 

 

 

 

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