Alberto Martelli, poesie
Naviglio
(02.06.1973)
L’uomo vecchio seduto nel caldo mattino
schizza rapido il vicolo, con i tetti di coccio,
senza la folla che passa, che guarda e non vede
i mille e mille dipinti appesi un po’ ovunque.
Scorre il Naviglio, soltanto le chiatte stan ferme
imbandierate di fumo, riso e luganega
mandano sbuffi da fiera lungo l’alzaia.
Stridon le trombe dei bimbi, berciano ai tavoli
i bevitori ubriachi; sotto la pergola,
ove l’armonica sposa un violino scordato,
vecchie accennano a danze; arrivan gli atleti
da Abbiategrasso correndo, applaude la gente
sempre più fitta, sudata, s’accendono ombrelli
contro il sole ormai alto.
II vecchio pittore
spande rossi mattone e verdi palustri
sul suo dipinto e ne nasce un corpo di donna
chino sul ciglio di un fosso, che lava i suoi panni.
Ma non c’è donna nel vico. Soltanto ragazzi
lasciano correr sull’acqua barchette di carta
fatte con i dépliants degli artisti assopiti.