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Nel bosco di Zicherie

(31.07.1976)

Nuove piccole ghiande hanno le querce

tra le foglie, che il vento forte ondeggia,

quasi un mare oroverde, sui miei passi

allegri nel mattino nuvoloso,

che forse piove, dopo tanta arsura.

Cammino su una coltre d’erbe sparse

d’aghi di pino e muschi di velluto,

tra larici ed abeti, in una pace

dimenticata, in una ombrosa quiete

che conforta ogni fibra. Ogni respiro

sa di resina bionda e dei ginepri

odorano le bacche tutt’intorno.

Ecco lieve la pioggia s’ode a un tratto

cadere sulle cime e le betulle,

giallo dorate per la lunga sete,

si ristorano un poco. Muore il vento,

mentr’io continuo il mio vagare lieto

nel sottobosco che l’ acqua appena tocca

con rade gocce, e solamente il canto

lontano del cucùlo traditore

nel silenzio del bosco m’accompagna.

 

 

 

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