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Per la tua bocca

(19.4.1956)

 

Per la tua bocca

piccola cosa seducente

corolla trepida di desideri,

per quei timidi occhi di bambina

che mai ristanno e ti ridono

dentro di un riso antico

quanto il nascere delle preistorie,

per quel tuo volto magico di ombre

ignote ai più, ti amo

fiore sbocciato appena

in una notte di quasi primavera.

Ma le tue mani mi dicono

più che parole, carezzano

un viso perduto in silenzî

e dalle montagne del nulla ritorno

al fremito di queste dita.

Fredde e già tristi e poi al pianto

intiepidite, felici

stelle di mio accoramento,

questo sfiorare di bianche

ali mi fa più bambino

del bimbo che finsi e non sono.

E sento

fra le tue lievi palme tornarmi

il profumare notturno

di gelsomini

che avean nei giovani sogni d'estate

le fate dagli occhi turchini.

 

 

 

 

 

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