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Prima colazione

(Milano 1944, 30.01.1997)

 

II ragazzo che esce alle sette, la mattina, nel buio

dell’ultimo inverno di guerra,

con i punti della tessera compra

quasi due etti di pane e un quarto di latte.

Il pane è per tutti, il latte gli spetta

come ragazzo che cresce: dall’anno scorso

non ci sono più fiale di calcio in farmacia.

 

A casa la madre mette il latte sul fuoco,

lo bolle con attenzione, è facile che si ricotti,

riempie la tazza del padre, aggiunge un po’ di cicoria

e la crosta del pane ancora croccante,

perché lui lavora e porta i soldi, pochi in verità.

 

Al ragazzo rimane soltanto un fondo di latte

e la mollica grigio giallastra. Alla madre

non tocca nulla, se non poche briciole

sparse sulla tovaglia, lei non lavora,

non studia, non guadagna.

 

Può solo aspettare che tornino a mezzogiorno

il padre ed il figlio e le chiedano

il pranzo dello Spirito Santo.

 

 

 

 

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