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San Cristoforo

(30.06.1998)

 

Le cagnone, le battelle, le ossolane

che portavan carbone, legna e i bianchi

graniti di Mont'Orfano e i rosati

di Feriolo e Baveno, o anche i formaggi

dell’Ossola e la paglia e le castagne,

erano all’improvviso già a Milano

quando spuntava il campanile a cuspide

della chiesetta dedicata al Santo

che il divino fanciullo reca a spalle.

 

Contemplando la sera, nel tramonto

che accende di rossastre sfumature

la chiesa e il campanile, ecco ti tornano

leggende a mente di principi e guerrieri.

Come la notte buia del trecento

quando una chiatta trasportò in segreto

una bara che subito murata

fu nella chiesa: la salma era del Duca

Matteo Visconti, reo scomunicato.

 

Dal ponticello ammiro nel crepuscolo

La Cappella Ducale e la Chiesetta,

armonioso sviluppo architettonico;

e le campane suonano a compieta

con tranquilli rintocchi d’altri tempi.

 

 

 

 

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