Alberto Martelli, poesie
Sangue blu
(2.09.2004)
II padre di mia nonna Raffaelina
era barone e senatore, eletto
nei primi anni dello scorso secolo.
Per questo fatto i figli della nonna:
mio padre Peppe, zia Pupa, zia Popina
e zio Totò, tutti si sentivano
scorrere nelle vene il sangue blu.
I maschi addirittura si vantavano
d'esser baroni su carta intestata,
le femmine ovviamente erano "Donne"
ed i ragazzi chiamati tutti "Don".
Ma questo io lo scoprii a sedicianni
quando, a guerra finita, attraversai
una Calabria appena ridestata
dai primi venti di rosse bandiere.
A me, ormai milanese d'elezione,
queste storie di nobili a più palle
mi parevan trastulli d’altri tempi.
A quelli che mi davano del "don"
sempre risposi: chiamatemi Alberto,
non son né prete, né seminarista;
forse nel magro petto già batteva
un cuore socialista.