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Sguardo nell' invisibile

(11.03.1947, corretta il 10.1.07)

 

Quando i cieli saranno tinti del colore agro del sangue

e la terra tremerà sotto quel giogo insostenibile,

non dimenticarti, Uragano, della mia povera anima

sperduta tra le nebbie dell’oceano,

ma raccoglila in un abbraccio immenso.

 

Ella affonderà nell’invisibile

con l'ineluttabilità delle miserie umane;

udrà forse cantare gli angeli

oltre un sipario di reti d'oro

marezzate dal vento.

 

Allora sorgerà il vecchio Ulisse

a rammentare le sue erranti sventure

e le stelle cadranno a una a una,

come sogni della vita sospesi

a una tela di ragno.

 

E nascerà un pianto all’ombra,

laggiù sotto il nero ontano

dalle foglie perlacee.

Un pianto di sconforto e d’abbandono,

che la terra non ode,

ma che io odo nel buio greve dei secoli,

lontano come un sussurro.

 

E pare quasi che il cielo I’ascolti

tra un silenzio di stelle.

 

 

 

 

 

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