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Signoria dell'inverno

Pianure e boschi e montagne

Dell’Harz e la vasta brughiera

di Lüneburg, tra Elba e Aller,

tutta la Bassa Sassonia dorme stasera,

che torno dopo anni a queste terre,

nella sua azzurra veste virginale.

 

Ma questo immenso gelo mi circonda

quasi d’un caldo abbraccio, nella casa

della seconda madre mia;

fuori la luna lenta nei canali

di ghiaccio dietro larici ed abeti

tramonta, e più non odo il calpestare

dei cervi sulla neve, né il gracchiare

dei neri uccelli agli olmi ed è caduto

il vento: tutto tace all’orizzonte.

 

Come il vino nei calici risplende

la notte di cristallo. Brindiamo

all’inverno che lentamente muore,

al marzo non lontano, anche se ora

sembran quasi impossibili le rose

e gli astri nei giardini addormentati.

 

E le siepi di ribes e d’uvaspina

fanno un muro di ghiaccio.

Sono un manto

cilestrino le vie, i cortili, gli orti

sotto le stelle limpide. E tu mi sorridi

Elisabeth, con occhi che non vedono

quasi,

sospirando altri inverni, altri ricordi,

quando agli ardori di gioventù ti aprivi.

 

 

 

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