Alberto Martelli, poesie
Signoria dell'inverno
Pianure e boschi e montagne
Dell’Harz e la vasta brughiera
di Lüneburg, tra Elba e Aller,
tutta la Bassa Sassonia dorme stasera,
che torno dopo anni a queste terre,
nella sua azzurra veste virginale.
Ma questo immenso gelo mi circonda
quasi d’un caldo abbraccio, nella casa
della seconda madre mia;
fuori la luna lenta nei canali
di ghiaccio dietro larici ed abeti
tramonta, e più non odo il calpestare
dei cervi sulla neve, né il gracchiare
dei neri uccelli agli olmi ed è caduto
il vento: tutto tace all’orizzonte.
Come il vino nei calici risplende
la notte di cristallo. Brindiamo
all’inverno che lentamente muore,
al marzo non lontano, anche se ora
sembran quasi impossibili le rose
e gli astri nei giardini addormentati.
E le siepi di ribes e d’uvaspina
fanno un muro di ghiaccio.
Sono un manto
cilestrino le vie, i cortili, gli orti
sotto le stelle limpide. E tu mi sorridi
Elisabeth, con occhi che non vedono
quasi,
sospirando altri inverni, altri ricordi,
quando agli ardori di gioventù ti aprivi.