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Sogno di Langa

(24.05.1995)

II vino dorme nelle botti di rovere;

mi sveglia una campana tra le vigne nuove

di Santo Stefano Belbo.

 

Pavese si respira nell’aria, la sua voce, le sue poesie,

le donne nei cortili che tirano l’acqua su dai pozzi,

rumore di zoccoli sulle pietre che salgono la collina,

dei carri che ritornano

in notti illuminate dalle lucciole.

 

È qui che avrei voluto - ma non ebbi fede -

vivere abbarbicato alla terra,

in quest’angolo di cieli tersi,

dove l’estate prepara il fuoco

del vino che maturerà l’autunno.

 

Qui ho udito a un tratto quel richiamo, ma era

un sogno troppo bello da condividere,

oggi nel mio rimpianto non ricerco

più nube alcuna, né taciuti assensi.

 

 

 

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