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Sono più slavo

(13.03.1995)

Sono più slavo di mia moglie che pare

abbia avuto un nonno polacco, sua madre

difatti faceva Kowalski, come dire

Smith, tedesco Schmied, italiano maniscalco.

Mia madre invece era una slava del sud,

slovena di Kojsko, Brda pri Novi Gorici,

e quindi anch'io sono slavo, a metà per lo meno.

Ho girato per le campagne del Collio, in vista

del Sabotino, cercavo con gli altri ragazzi

i bossoli e le palle di piombo della grande guerra,

e i pezzi di carburo da far scoppiare

le latte di pomodoro, dopo averci sputato

sopra; ho giocato nella casa del fascio

( già sfasciata nel quarantadue ) e vinto alla tria

quei venti centesimi da dare alle Dore e alle Mare,

giù nei fossi dell’Isonzo, per potere

vedere e sfiorare il loro sesso impùbere.

Nel '43 trascorsi da quelle parti

la mia ultima estate di guerra; ero

un ragazzo cresciuto, ma non abbastanza, dopo

l’otto settembre spuntarono i partigiani

col mitra al collo e stelle rosse sui berretti.

Se fossi stato appena un paio di anni

più alto, forse chissà la mia vita

sarebbe stata diversa, oppure finita.

Invece mia madre mi riportò a Milano,

un po’in ferrovia, un altro poco su un camion

e sempre sotto il tiro di un’incazzata Luftwaffe.

 

 

 

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