Alberto Martelli, poesie
Sul Reno
(9.7.1975)
Questa sponda di Reno nel Cantiere
dei Frànconi le imagini mi torna
e gli incanti dei tempi di leggenda,
quando fra lande e boschi dispariva
il viandante distratto sul sentiero
da la magia d'un flauto solitario.
E tutto errava in nebbie di mistero:
elfi e silfi tra mirti e da ginepri
occhieggiavano il prode cavaliere
che o fuggiva il richiamo o pur, ristando,
ammagato danzava la sua morte.
Eran l'età dei miti e degli eroi,
sparita è Iduna, dea di primavera,
e i folletti non vagano più attorno.
San Martino risponde a le campane
di Sant'Urbano, là sull'altra riva,
mentre guardo le acque scorrer lente
verso il ponte dei Duomo. Né le figlie
dei re dei fiumi appaiono tra l’onde,
ma nel sole risplendono le statue
dei quattro imperatori e fugge il treno
nero e d'argento dietro gli archi immensi.
Niente canti di Lore, sol sirene
di battelli che andranno verso i gorghi
e gli scogli laggiù, oltre Coblenza,
lambendo rupi e rocche e le rovine
intessute di favole e di storia.
Addio Padre di musici e poeti...
noi domani riandremo verso oriente.