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Sulina, alle foci del Danubio

(20.3.1988)

a Claudio Magris, brillante fabulatore

di civiltà fluviali

 

Da nessuna parte scendono all'Eusino

queste docili acque chiare,

sembra finire in nulla

il nostro lungo viaggio.

 

II sole spezza il mare con lance dorate,

l’orlo di una nuvola scivola ed abbassa

le ciglia viola - quando socchiudi gli occhi

sul delta – al fiume della felicità:

nostalgia di partenze, eros di lontananze.

 

Ma la foce non c'è, il Matoàs non rivela

Ove finisca, è pagina che manca

in quest'epilogo, è un'illusione, è inganno.

 

Navi di ferro e ruggine oscillano

calme sui bassifondi, in rade abbandonate,

sopra le croci di coppie infelici,

affioranti relitti, altri naufragi.

 

 

 

 

 

 

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