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Tramonto nella Locride

(11.9.1979)

 

Trimillenaria Locri Epizefiri,

ove primo Zaleuco dettò legge

a Magna Grecia, ecco a te ritorno,

tra ulivi ed oleandri, nel profumo

dei gelsomini intenso a Marafioti.

Vado a ritroso le pietre e le mura

della città su cui radi rispuntano

i fichi d'india, e cresce l'achillea

nell'anfora già colma di pinakes,

oggi di terra, terra d'ocra chiara

che gli astuti locresi nei calzari

celavano per far torto agli enotri.

Mi appoggio nel tramonto giallo e viola

alla colonna jonica; respiro

il vento mite che la sera affonda

giù l’Aspromonte e mi ricorda i giorni

e le trascorse vite e resto quieto

in questo mio svanire nell'eterno

tutto,

E mai vorrei che il tempo

mi torni a risvegliare col suo grido

alle rosse scadenze dell'autunno.

 

 

 

 

 

 

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