Alberto Martelli, poesie
Traversando in treno il Canton Ticino
(10.06.2004)
Dopo il Gottardo, venendo dal nord, si giunge ad Airolo.
II Ticino scorre lì esile, tra una processione
di sassi chiari come le nevi che si disciolgono
sui monti circostanti. Con limpide
acque, ricche di trote, scende a Faido;
quindi il treno lo lascia, ma per poco,
la valle si restringe: ferrovia,
strada e autostrada, non c’è altro
tra due pareti ripide
di pini e rossi abeti.
Ma dove c’è uno slargo e un assolato pendio
pecore e mucche pascolano nei prati,
ovvero piccole vigne promettono vini robusti,
o qualche raro ciliegio matura negli orti.
A Biasca la Val Leventina diventa Riviera,
il Ticino è già un fiume che avanza a rilento,
nascosto da siepi alte di latifoglie.
Dopo Bellinzona si allontana, piega verso Locarno,
mentre il nostro viaggio prosegue fino a Lugano,
la perla del Ceresio, a un’ora dalla Madonnina.