top of page

Traversando in treno il Canton Ticino

(10.06.2004)

Dopo il Gottardo, venendo dal nord, si giunge ad Airolo.

II Ticino scorre lì esile, tra una processione

di sassi chiari come le nevi che si disciolgono

sui monti circostanti. Con limpide

acque, ricche di trote, scende a Faido;

quindi il treno lo lascia, ma per poco,

la valle si restringe: ferrovia,

strada e autostrada, non c’è altro

tra due pareti ripide

di pini e rossi abeti.

 

Ma dove c’è uno slargo e un assolato pendio

pecore e mucche pascolano nei prati,

ovvero piccole vigne promettono vini robusti,

o qualche raro ciliegio matura negli orti.

 

A Biasca la Val Leventina diventa Riviera,

il Ticino è già un fiume che avanza a rilento,

nascosto da siepi alte di latifoglie.

Dopo Bellinzona si allontana, piega verso Locarno,

mentre il nostro viaggio prosegue fino a Lugano,

la perla del Ceresio, a un’ora dalla Madonnina.

 

 

 

 

bottom of page