Alberto Martelli, poesie
Un brindisi
(9.06.1982)
Vertiginoso il mille novecento
ottanta due scorre sopra questa
nostra esistenza, fatta di venti
anni legati assieme, tessuta
di rapide dolcezze, di desideri
sconvolgenti, di mediocrità patita
giorno per giorno, con pensieri
folli di grandezza irraggiungibile,
con fiori e requiem di cimiteri.
Una vita comune, non dissimile
da milioni di vite, eppur vera
di lacrime e furori, di umili
azioni che nessuno intera-
mente mai apprezza, noi soli sappiamo
quanto freddo ancora a primavera
ci punge nelle stanze, conosciamo
gli spifferi dei treni, le malridotte
valigie in similpelle, non cambiamo
quasi mai niente, noi, anche se rotte
conserviamo le cose. Siamo piccola,
povera gente che gira la notte
senza paura, o quasi, e non vuole
rinunciare alle stelle, e cammina
per impervi sentieri, e non gli duole
alzarsi presto, e paziente al mattino
aspetta il turno per lavarsi e canta
sottovoce Yellow Submarine.
Tu penserai a che serve, che valore
può avere questa vita di niente
fatta e di tutto, a volte incolore,
a volte fantasmagoria splendente
di luci rosse, verdi, gialle, blù;
tacita spesso e più ancora ruggente
di contrasti; a che serve dirai tu
cosi vivere, aver così vissuto
con pochissime gioie e molte più
amarezze e rinunce. Ma su tutto
conta l’amore, conta l’affetto
che l’uno e l’altra ha unito. Non s’è perduto
per questo amore neppure un pezzetto
di strada, neppure un gradino
d’ascesa, e domani ci aspetta,
simile a sempre, un nuovo cammino.