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Un quadro

(25.11.1990)

 

Quel quadro un po' sghimbescio alla parete

Dell’osteria di Mede non pareva

in assoluto né brutto né bello,

ma lo sguardo correva inevitabile

al suo brullo pioppeto che sembrava

dipinto di tralice. Non ho osato

toccarlo per paura che cadesse

l’attaccaglia o che il bosco si inclinasse

ancora più di prima. Ed è rimasto

così un tantino storto, e la sua voglia

- molto irreale - d'apparir diverso

da tutti gli altri forse non fu vana,

s'oggi mi sembra che di lui soltanto

la visione permanga e il desiderio.

 

 

 

 

 

 

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