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Verso l’oscura muraglia

(4.11.2001)

 

Fuori dal bar c'è nebbia questa sera,

ogni passante è solo un’ombra scura,

i fanali sfumano nell’onda

dei navigli, il buio è ormai profondo.

Mi affido a questa bruma umida, stringo

il bavero sul collo e piano piano

vado lungo l’alzaia e vi rimango

quasi incollato al parapetto. È vano

voler scorgere l’acque, appena appena

si intende il respirar della corrente,

neanche il chiaro della luna piena

può illuminare il passo titubante.

Così cauto m'avanzo in compagnia

d'un soffocato gracidio di rane,

e il terrapieno della ferrovia

è un'oscura muraglia senza fine.

 

 

 

 

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